
Guttuso, De Pisis, Fontana…
L’Espressionismo italiano
Spazio Arca, Vercelli
dall’11 settembre 2025
Per la prima volta, 34 opere significative realizzate tra il 1920 e il 1945, appartenenti alla sezione storica della Collezione Giuseppe Iannaccone, verranno esposte tutte insieme in un percorso unico con l’intento di riattivare memorie, rileggere la storia e tornare consapevolmente a quei momenti che hanno inciso a fondo il nostro immaginario collettivo.
Renato Birolli, Renato Guttuso, Lucio Fontana, Fausto Pirandello, Aligi Sassu ed Emilio Vedova sono alcuni dei grandi artisti in mostra che, con altri, hanno saputo affermare con forza una visione indipendente, sottraendosi alle imposizioni culturali dominanti, scegliendo, attraverso una ricerca personale spesso coraggiosa e controcorrente, di raccontare la fragilità, la solitudine e la tensione esistenziale dell’uomo, anziché aderire ai modelli celebrativi imposti.
Questi artisti hanno costruito una contro-narrazione silenziosa ma potente, fatta di corpi sbilanciati, nature morte inquietanti, città sognanti, figure ai margini e una disarmante quotidianità, lontana dalla retorica imperante.
Tra le opere esposte, spiccano alcune realizzate da artisti riconosciuti come i principali esponenti dell’Espressionismo italiano: Nudo in piedi di Lucio Fontana (1939), Composizione (Siesta Rustica) di Fausto Pirandello (1924-1926), Il Caffeuccio Veneziano di Emilio Vedova (1942), I poeti di Renato Birolli (1935), Lo schermidore di Angelo Del Bon(1934), Ritratto di Antonino Santangelo di Renato Guttuso (1942).
Prodotta e organizzata da Arthemisia e curata da Daniele Fenaroli, la mostra è il primo appuntamento del progetto espositivo quinquennale previsto dalla collaborazione tra Arca Arte Vercelli e la Fondazione Giuseppe Iannaccone.
Il progetto è pensato per creare un dialogo tra diverse discipline, mettendo in relazione le opere della Collezione Giuseppe Iannaccone, le creazioni di un giovane artista emergente (uno per ogni edizione) e lo spazio dell’Ex Chiesa di San Marco degli Eremiti. Ogni edizione esplora temi diversi, come la letteratura, il cinema, la musica o le varie arti visive, e coinvolge esperti e artisti provenienti da vari ambiti. L’obiettivo è scoprire come la creatività si intrecci tra discipline diverse e come l’arte possa arricchirsi attraverso l’interazione tra linguaggi differenti, creando una sinergia tra la storia del luogo, l’arte contemporanea e altre forme di espressione culturale.
Per questo primo appuntamento, quindi, la grande arte del primo ‘900 italiano ma non solo.
In mostra, accanto alle opere di questi Maestri, saranno anche esposti tre lavori del giovane artista italiano Norberto Spina, tra cui un prestito proveniente dalla Royal Academy di Londra e altre opere inedite e site specific che lo stesso ha realizzato appositamente per questa occasione.
La rilettura storica che ispira le opere di Norberto Spina suggerisce una possibile linea di continuità nel modo in cui l’arte può divenire una fedele, seppur personale, visione della realtà. Se negli anni Trenta gli artisti selezionati si sono sottratti alla monumentalità celebrativa del potere, Spina, da artista contemporaneo, si muove a lato della memoria collettiva, rielaborando figure, gesti, e atmosfere che sembrano emerse da un archivio dimenticato, che risuonano, oggi più che mai, come una potente cassa di risonanza. Le sue opere non illustrano la storia, la attraversano.
Prendere in mano un’immagine del passato e farla rivivere – o semplicemente rievocarla – non è un’operazione neutra, non è sinonimo di nostalgia ma significa, al contrario, tornare consapevolmente a quei momenti che hanno inciso a fondo il nostro immaginario collettivo.
Spina ci chiede di non farlo nemmeno davanti agli sguardi dei due imponenti ritratti di Benito Albino Dassler (il figlio mai riconosciuto da Mussolini) e di Edda Mussolini. Due volti provenienti dallo stesso ceppo biologico e simbolico, eppure divaricati, nelle loro esistenze storiche come nelle loro rappresentazioni. Benito Albino, è ritratto da Spina con uno sguardo smarrito, incupito. La sua immagine è quella di una figura sospesa, quasi cancellata dalla storia ufficiale, restituita al presente con una forza muta, che interroga senza parlare. Spina non ne fa un martire né un simbolo, ma lo pone in una condizione umana e inquieta. Edda, al contrario, è ritratta nella consapevolezza del proprio ruolo e identità. Spina non ne offre una visione celebrativa, ma ne traduce la forza ambigua.
Ciò che Spina mette in luce non è la loro biografia, ma il modo in cui il potere e la sua immagine agiscono ancora oggi dentro il nostro sguardo. È un invito a guardare la storia non come un archivio chiuso, ma come una materia viva, complessa, attraversata da tensioni che ci riguardano e che continuano a propagarsi anche nella contemporaneità. È un invito a comprendere che l’arte – oggi come allora – può essere uno degli strumenti più potenti per dare voce a ciò che è muto. Per ricordare, sì, ma anche per mettere in discussione. Per riconoscere. Per scegliere.
Tra i linguaggi pittorici che si confrontano con la storia come materia viva, si inserisce anche il dialogo tra La battaglia dei tre cavalieri di Aligi Sassu (1941) e l’opera Presente di Norberto Spina (2024), che rielabora un particolare del Sacrario di Redipuglia voluto da Mussolini nel 1938.
Se Sassu, nel pieno del secondo conflitto mondiale e da poco uscito dal carcere, sceglie di evocare il mito per denunciare l’inutilità della guerra attraverso una pittura epica e tragica in cui non traspare, nonostante le pallide vittime, nemmeno un goccio di sangue, Spina, in modo più asciutto e concettuale, isola la parola incisa su pietra per metterla a confronto con il nostro sguardo. L’uno utilizza il corpo dei cavalieri per rappresentare l’assurdità della battaglia e lo smarrimento dell’individuo, la consapevolezza che a morire in quella guerra era lo spirito umano e non i soli corpi; l’altro, con un linguaggio completamente diverso, si concentra sulla monumentalità del potere, che a distanza di decenni continua a porci interrogativi.
Guardare oggi le opere in mostra, accanto a quelle di Norberto Spina, significa non soltanto recuperare una pagina fondamentale della storia dell’arte italiana, ma anche riconoscere quanto quella stagione parli ancora al nostro presente. Non come immagine passata, ma come un linguaggio vivo, capace di dirci ancora molto, e forse più che mai, su libertà, responsabilità e visione.
Norberto Spina
Nato a Milano nel 1995, si laurea all’Accademia di Brera nel 2017 e conclude i suoi studi nel 2024 con un Master in Pittura alla Royal Academy di Londra. L’artista ha presentato il suo lavoro attraverso una personale dal titolo Presente, alla Cooke Latham Gallery di Londra, nel 2024. Altre esposizioni rilevanti sono avvenute attraverso diverse collettive nella stessa Royal Academy, Cassina Project di Milano, e presso la The Split Gallery e Guts Gallery di Londra. Inoltre, l’artista è tra i vincitori del Premio “San Fedele” di Milano e del Premio “Nocivelli” di Brescia.
La poetica di Norberto Spina, che indaga attraverso il suo lavoro artistico, si concentra sulle complesse dinamiche della memoria e l’eco degli eventi passati che continuano a riverberare nel presente e nel futuro. Il suo lavoro si nutre delle immagini collettive, che si sovrappongono e si fondono con la sua memoria personale, generando una molteplicità di interpretazioni e significati che espandono la sua visione del mondo. Questo tentativo di connettere eventi, realtà, percezioni e ricordi è inevitabilmente ambiguo e incerto, come raccontano le superfici pittoriche dell’artista, pulsanti di stratificazioni intrecciate, suggerendo molteplici possibilità e narrazioni.
Spazio Arca
Arca Arte Vercelli è uno spazio nato da un intervento di riqualificazione, promosso nel 2007 dall’amministrazione comunale di Vercelli, che ha realizzato una struttura espositiva all’interno della navata centrale della ex Chiesa di San Marco di Vercelli. Da quel momento Arca ha dedicato il suo impegno alla realizzazione di mostre, esposizioni ed eventi, creando un dialogo continuo tra storia e modernità, tra le più importanti si ricordano le esposizioni in collaborazione con la fondazione Guggenheim, “Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari” e la mostra dedicata alla Magna Charta e agli 800 anni dell’Abbazia di Sant’Andrea. Il luogo è diventato ormai uno dei simboli della città di Vercelli, nonché punto di riferimento culturale per la cittadinanza e attrattore di un turismo culturale e legato all’arte. Per questo, Arca Arte Vercelli, si configura come il contesto ideale per la realizzazione di eventi che promuovono un dialogo significativo tra gli artisti e le tematiche urgenti dell’arte contemporanea che, grazie alla particolarità della sua struttura, permette un’interazione tra passato e presente, dove lo spazio, non solo accoglie le opere, ma diventa un luogo di confronto e riflessione, dove linguaggi e prospettive si intrecciano, generando nuove letture e interpretazioni del mondo.
Fondazione Giuseppe Iannaccone
La Fondazione Giuseppe Iannaccone ETS si è costituita nel novembre 2023 su iniziativa dell’Avvocato e appassionato collezionista d’arte Giuseppe Iannaccone, per promuovere attività senza scopo di lucro, con finalità civiche, di solidarietà e di utilità sociale.
La Fondazione è un’evoluzione e un soggetto che eredita il lavoro promosso in trent’anni dalla Collezione Giuseppe Iannaccone: attività dedicate all’arte, al sostegno e alla promozione della creatività di giovani artisti, soprattutto del panorama italiano. La Fondazione ha l’obiettivo di continuare su questa linea di azione, attraverso la messa in pratica di una serie di progetti che abbiano una ricaduta sociale attraverso lo sviluppo e la promozione della creatività.
INFORMAZIONI
Orari apertura
Dal mercoledì alla domenica
Dalle ore 10.00 fino alle ore 19.30
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Aperture straordinarie
Sabato 1° novembre 10.00-19.30
Lunedì 8 dicembre 10.00-19.30
Mercoledì 24 dicembre 10.00-16.00
Giovedì 25 dicembre chiuso
Venerdì 26 dicembre 15.00-19.30
Mercoledì 31 dicembre 10.00-16.00
Giovedì 1° gennaio 15.00-19.30
Martedì 6 gennaio 10.00-19.30
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Biglietti
Intero € 12,00
Ridotto € 10,00
Open € 14,00
Informazioni e prenotazioni
T. +39 0161 1828171